L’allargamento del fronte dei “no” allo sfratto del liceo Fermi di Gaeta, che vede schierato anche il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, costituitosi nel giudizio al quale è stato chiamato ad esprimersi il Tar del Lazio, sezione di Latina, ha fatto slittare la decisione del tribunale amministrativo. Un giudizio che deve fare chiarezza sul provvedimento emesso dalla Provincia di Latina che dispone lo spostamento del liceo scientifico Fermi di Gaeta dall’attuale sede di piazza Trieste alla nuova sede di Calegna. Mentre proprio la storica sede di piazza Trieste verrebbe messa a disposizione dell’istituto nautico Giovanni Caboto, che a pochi passi potrebbe così avere a disposizione ben due edifici. Contro il provvedimento di trasferimento, emanato a fine luglio scorso, immediata è arrivata dapprima la protesta degli studenti, che all’entrata del liceo hanno affisso uno striscione che recitava: “Scuola occupata contro lo sfratto”, seguita poi dalla mobilitazione dei genitori degli studenti iscritti al Fermi che hanno fatto ricorso davanti al Tar per ottenere l’annullamento. Tar che ha in un primo momento sospeso il provvedimento di via Costa, per il dimensionamento scolastico, fissando la decisione all’11 settembre scorso, cioè ieri, giovedì. Giudizio che però non è arrivato, anche per la costituzione in giudizio proprio del Miur, tutto rinviato all’8 ottobre prossimo, anche perchè oltre alla costituzione in giudizio del Ministero dell’istruzione contro il provvedimento di trasferimento, anche il Comune di Gaeta, con l’amministrazione comunale compatta, si è aggregato al fronte dei “no”, insieme al comitato degli studenti e ai genitori di questi ultimi.
Per ora, quindi, resta tutto invariato. Lunedì prossimo, 15 settembre, inizia il nuovo anno scolastico e gli iscritti al liceo scientifico si dovranno recare al solito edificio di piazza Trieste per il primo giorno scolastico, in attesa degli sviluppi. Per l’occasione potrebbero esserci anche dei presidi di forze dell’ordine allertati dal caos che si sta vivendo in queste settimane, e che potrebbero intervenire per assicurare l’ordine pubblico.
Nonostante le evidenti contiguità politiche tra l’amministrazione provinciale e altri organismi istituzionali e didattici presenti a Gaeta (fondazione Caboto e Oescmi) , il no del Comune e del sindaco Mitrano in prima persona, espresso anche al presidente della Provincia Salvatore De Monaco e l’assessore provinciale Giuseppe Schiboni, creano a questo punto un ingorgo dal quale uscire solo con la decisione del Tar.
fonte:h24notize.com