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19 Dic 2024, Gio

Fondi: spettacolo teatrale «Arbeit Macht Frei – Il lavoro rende liberi»

In occasione della “Giornata della Memoria”, Martedì 27 Gennaio scorso presso l’Auditorium comunale di Fondi è andato in scena con il patrocinio del Comune di Fondi lo De Meo Sindaco Comune Fondi – con Giovanni Pannozzo, Giorgia Piracci, Dario de Francesco, Luana Strozzi e la regia di de Papi – che prende vita dalle testimonianze e dalle memorie dei campi di concentramento.
Hanno assistito allo spettacolo, tra numerosi concittadini, anche il Sindaco di Fondi Salvatore De Meo e il Presidente del Consiglio comunale Maria Luigia Marino, che desiderano rendere noto il proprio favorevole giudizio sulla rappresentazione: «Lettere, testimonianze, ricostruzioni storiche della orribile vita ed esperienza dei campi di concentramento hanno ben espresso l’atrocità, la scientificità di uno sterminio, la crudeltà nei confronti di qualsiasi uomo, donna e bambino, sottoposti tutti a un processo di deumanizzazione, di perdita totale della propria dignità, del proprio essere persona, oltraggiata e vilipesa. La tematica messa in scena poteva essere soggetta a interpretazioni cariche di tensione, troppo gridate o troppo esaltate. La bravura degli attori ha dato vita ad una rappresentazione drammatica, carica di dolore composto, di dignità difesa, di impotenza di fronte alla ferocia dei dominatori senza cadere in eccessi, di qualsiasi sorta. La scenografia ha messo in evidenza la dicotomia di quel frangente storico orribile: da un lato una scrivania, coperta da un drappo nero su cui campeggiava il simbolo runico delle SS, dall’altro un filo spinato retto da pezzi di legno in cui erano confinati i deportati, quasi a simboleggiare la frattura incolmabile tra ebrei e potere hitleriano. Il trucco ha dato il suo notevole apporto: gli occhi degli attori erano quasi perduti, smarriti, lo sguardo fisso nel vuoto, vagante alla ricerca di qualcosa, forse uno spiraglio di luce, o una persona cara strappata dalle braccia, o un briciolo di speranza… Il nostro concittadino Giovanni Pannozzo è stato uno dei protagonisti, impersonando un deportato. La sua recitazione non urlata, ma carica dello strazio umano di chi ha vissuto quei momenti, ha incarnato il senso di questa umanità oltraggiata, senza nome, senza volto, identificata solo con un numero. Il suo porsi sobrio ma non distaccato, il suo immedesimarsi in un personaggio dolente e angosciato non ha impedito di far emergere tutta la sua bravura, la sua capacità interpretativa, la sua immedesimazione, che oltre ad essere frutto di anni di studio e impegno sono sicuramente frutto di una straordinaria ricchezza interiore».