Emanuele (nome di fantasia, come gli altri che useremo) ha 40 anni e viene da Cassino. Lo chiamano il “vagabondo” perché di giorno, si sposta di continuo. Roma, Napoli, Latina. La sera torna qui. “Ho un tetto sulla testa e un piatto caldo – spiega -. I volontari ci trattano bene. Vorrei che questo posto non chiudesse”. Giorgio ha 47 anni, di Fondi. Gioca a scopone con altre tre persone sedute al tavolo nell’area giorno. Scherzano, ognuno nel suo dialetto. Condividono le ore della sera e il fatto di non avere più una casa, un lavoro, una famiglia. Il compagno di scopone è Luigi. Viene da Latina e non vuole essere ripreso. La privacy prima di tutto. Nell’area notte c’è Mohammed, 50 anni, originario dell’Africa centrale. E’ un abitueé del campo, anche l’anno scorso era un ospite fisso. Soffre di circolazione. Ha i piedi nudi e gonfi. Prova a darsi sollievo col calore di una stufa elettrica. “Ormai è sua…” – spiega chi, ogni giorno, si occupa di lui. Mohammed scambia due parole col Sindaco. “Stai bene?” – domanda Bartolomeo. “Fuori è freddo – risponde -, qui no”. Alza il pollice e sorride. Mostra le sue cose raccolte attorno al letto. “Bene qui… casa…” Nell’area donne c’è Elisa. Vent’anni, anche meno. E’ appena arrivata dalla Campania. Accetta di aprire lo zaino per mostrarne il contenuto. “E’ giusto” – dice, accompagnata verso il letto da una volontaria della Croce Rossa. “Ci sono regole da rispettare”.
Gli ospiti del Centro di Accoglienza Temporaneo aperto nel piazzale del porto variano ogni giorno. In media sono 17-18, al 90% italiani, un paio di donne. Ieri sera il Sindaco Sandro Bartolomeo e una delegazione composta dal Vicesindaco Maria Rita Manzo e dai Delegati Luigi De Santis e Patrizia Menanno ha voluto far visita al centro fortemente voluto dall’Amministrazione per arginare il disagio dei tanti senzatetto che stazionano su questo territorio. E’ stata l’occasione per portare un po’ di dolci di Carnevale e per fare il punto della situazione sul funzionamento del campo. Ogni sera gli ospiti hanno a disposizione un letto e un pasto caldo. In più, servizi igienici e docce, obbligatorie per chiunque voglia usufruire del servizio.
“Procede bene – commenta il primo cittadino -. La Croce Rossa garantisce una presenza costante grazie al contributo caloroso dei tanti volontari che ogni giorno sono qui. L’Amministrazione vigila perché resti alta la qualità del servizio e, d’intesa con gli operatori, valuta criticità ed esigenze che emergono dal lavoro quotidiano. Il centro resterà aperto fino al 30 di marzo per coprire i mesi più freddi dell’anno. Formia sta facendo la sua parte ma, ribadisco, credo si debba iniziare a ragionare della possibilità di realizzare strutture permanenti. E a farlo deve essere l’intero territorio perché le fasce di povertà sono sempre più ampie e travalicano i confini del nostro comune”.
Simone Pangia – Ufficio Stampa Comune di Formia