Roma, 21 ottobre 2015 – A distanza di 153 anni dalla sua nascita, Poste Italiane sembra ricordarsi della propria storia e del proprio ruolo sociale solo in termini di marketing o, come va di moda dire ora, di storytelling – dichiara Pietro Giordano, Presidente nazionale di Adiconsum – La storia vera, purtroppo, è un’altra. Dallo scorso 1 ottobre, mentre la campagna andava on-air, Poste Italiane, dimenticando di informare nel modo più corretto i consumatori, ha aumentato le tariffe per la terza volta in meno di un anno (70 – 80 ed ora 95 centesimi, un rilancio al rialzo del 35,72% in soli 8 mesi) e introdotto nuovi prodotti differenziati per fascia di prezzo e tempi di consegna (Posta1 e Posta4) che sostanzialmente allungano i tempi di consegna previsti per l’ex Posta prioritaria non tracciata.
Contemporaneamente – prosegue Giordano – il piano di accompagnamento della privatizzazione ha concesso al Gruppo guidato da Caio di sopprimere molti uffici postali, soprattutto in piccole realtà dove era un’istituzione fondamentale e imprescindibile e, a breve, in oltre 5 mila Comuni, la posta verrà consegnata a giorni alterni.
Se questi sono i presupposti del “cambiamento”, ci chiediamo preoccupati cosa succederà dopo la privatizzazione” – continua Giordano – Da Associazione a tutela dei consumatori ci chiediamo, sperando di ricevere risposte esaustive, come mai aumentano sempre e solo costantemente le tariffe per i cittadini, mentre per la posta commerciale mantiene tariffe fisse. È sempre solo il cittadino a dover subire il “cambiamento”? Non era possibile stanziare una cifra da quei 10 milioni di euro spesi nella Campagna di comunicazione per tutelare gli utenti nel modo corretto circa l’evoluzione dei prodotti e degli aumenti?”