Come è noto, il Tar del Lazio ha annullato nello scorso mese di luglio la gara d’appalto per il rifacimento dell’impianto di illuminazione pubblica di Fondi, affidato alla ditta D’Urso. Il Tribunale, per dare tempo al Comune di far fronte alla nuova situazione che si determinava, prorogava il contratto fino al 31 dicembre 2015.
Più volte noi consiglieri del Partito Democratico, in maniera formale nelle Commissioni ed in Consiglio comunale ed informalmente, in colloqui ed incontri, abbiamo sollecitato Sindaco, Assessore e dirigenti, a rendere noto ai cittadini come intendessero procedere per risolvere lo spinoso caso in cui si erano cacciati a causa delle irregolarità che il TAR aveva rilevato nello svolgimento della gara.
La nostra preoccupazione è che questo sciagurato appalto, che già costerà oltre 10 milioni di euro, quando, invece, conti alla mano, una gestione diretta avrebbe comportato un risparmio di oltre un milione e mezzo, a causa di questo “impiccio”, possa gravare ancor più sulle tasche dei cittadini. Ci hanno sempre risposto che confidano in un ribaltamento della sentenza del TAR da parte del Consiglio di Stato cui hanno proposto appello.
Anche nell’ultimo Consiglio Comunale dell’otto febbraio scorso, alla nostra interrogazione per segnalare le inefficienze del servizio, ma anche per sapere su quali basi contrattuali la ditta stesse continuando i lavori, il Sindaco De Meo ci ha risposto con argomentazioni vaghe ed imprecise, rimandandoci al dirigente del settore per avere notizie più dettagliate.
Ed ecco spuntare una determinazione del 30 dicembre 2015, la n. 1403. Tirata fuori da qualche cilindro da prestigiatore, perché fino ad allora non era pubblicata. Ed è rimasta tale fino al 16 febbraio quando è magicamente apparsa all’albo del Comune.
Al di là di questa già di per sé gravissima inadempienza, abbiamo subito espresso le nostre perplessità sulla legittimità stessa dell’atto. Con esso il dirigente “determina di dare atto” che il servizio nella sua totalità continua ad essere svolto dalla ditta D’Urso, che non si torna a volturare i contratti per le utenze e che sarà liquidato un compenso a consuntivo senza determinarne l’importo.
Questo provvedimento di proroga non solo disattende il pronunciamento del Tribunale, ma non si basa su alcun fondamento giuridico, visto che il contratto risulta annullato a decorrere dal 1 gennaio 2016
Ma c’è di più: non si definisce l’impegno di spesa per il servizio affidato alla ditta. Si “dà atto” che “il compenso sarà liquidato a consuntivo” senza determinarne l’importo.
Questo oltre ad essere illegittimo per una pubblica amministrazione, è contrario ad ogni normale prassi anche nei rapporti di lavori tra privati! Quale cittadino, anche il più sprovveduto, affiderebbe dei lavori ad una ditta senza chiedere e stabilire un preventivo di spesa, almeno di massima? Non a caso la determina 1403 è priva del dovuto visto di regolarità da parte del dirigente del Settore Finanziario. Probabilmente perché nemmeno lui è convinto della sua regolarità!
Ora, visto che le nostre osservazioni e perplessità espresse ufficialmente in Commissione, in Consiglio Comunale e informalmente, con correttezza e garbo istituzionale, anche personalmente al dirigente e al Sindaco, non hanno avuto da loro alcun riscontro positivo, ci appelleremo ai revisori dei conti e, in ultima istanza, alla magistratura contabile perché è nostro dovere evitare che i cittadini fondani paghino per le maldestre scelte dell’Amministrazione oltre al già onerosissimo costo dell’appalto e alle spese legali per il contenzioso in atto, anche un ulteriore indefinito costo per questa illegittima “proroga”.
i consiglieri comunali del Partito Democratico,
Maria Civita Paparello, Mario Fiorillo, Luigi Parisella