Prima la lettera ai vertici dello Stato. E ora l’ordinanza. Il Sindaco preme per la bonifica e messa in sicurezza dell’ex complesso alberghiero “Marina di Castellone”, sequestrato alla criminalità organizzata e lasciato per anni a marcire in attesa che l’iter giudiziario si concluda.
Il primo cittadino è la massima autorità sanitaria sul territorio comunale. Con il provvedimento firmato questa mattina, Bartolomeo ordina all’amministratrice giudiziaria del bene di “procedere prontamente agli interventi di pulizia” in modo da “garantire la perfetta pulitura e manutenzione dei luoghi”. E ciò “ogni qualvolta si renda necessario” ai fini della sicurezza stradale (la vegetazione è così folta da coprire la segnaletica) e della salubrità dei luoghi dove proliferano ratti e animali di ogni tipo, senza contare il rischio di incendi. All’Amministratrice ordina anche di “garantire la rimozione dei rifiuti accumulatisi o gettati attraverso gli interstizi dei serramenti all’interno dell’immobile” e di “sostituire ogni qualsivoglia elemento danneggiato prospiciente la pubblica via che possa arrecare pregiudizio all’incolumità pubblica ed alla sicurezza urbana”.
L’immobile, infatti, non è adeguatamente chiuso e col tempo è divenuto alcova per senzatetto, letteralmente coperto di rifiuti, sporcizia e macerie. Una vera e propria bomba sanitaria nel cuore della città, a due passi dal mare e dallo straordinario sito archeologico che il Comune si appresta a recuperare. E’ anche un rischio costante per l’incolumità di chi accede all’area sfruttando le carenze della recinzione, per chi vi transita o vi soggiorna stabilmente e per gli abitanti dei palazzi che sorgono nelle immediate adiacenze del sito.
L’ordinanza cita il sopralluogo effettuato con il comando di Polizia Locale e con gli agenti del Commissariato di Polizia di Formia. “Contestualmente all’allontanamento di persone senza fissa dimora”, furono appurate le terribili condizioni in cui versa l’immobile, “colmo di rifiuti ed escrementi”, gravato da una situazione “estremamente precaria e rischiosa per i cittadini, frequentatori dei luoghi e dei residenti del vicinato”. Pur avendo più volte segnalato lo stato dell’arte, “nessun intervento è stato effettuato”.
“Dal 2013 ad oggi – spiega la Delegata alla Legalità Patrizia Menanno – questa Amministrazione ha fatto tutto ciò che era in suo potere per sollecitare una definizione della questione. E’ assurdo pensare di porre al centro delle tematiche sui beni confiscati il loro riutilizzo senza fornire anche gli strumenti finanziari e giuridici per attuarlo”.
“Lo scarto – sostiene il primo cittadino Sandro Bartolomeo – è ancor più evidente se consideriamo il lasso di tempo che intercorre tra il momento del sequestro, quello della confisca definitiva e quello della sua destinazione. Un tempo sufficiente per vanificare ogni buon proposito di riutilizzo. Solo chi ha vissuto nella pratica le difficoltà di gestione dei beni confiscati comprende quanto sia importante un correttivo sulla legislazione che interessi i tempi dei procedimenti e anche le gestioni degli amministratori giudiziari. Detto questo, l’ex ‘Marina di Castellone’ non è solo un simbolo pericoloso per l’immagine dello Stato. E’ un rischio per la salute dei miei concittadini e farò tutto quanto in mio potere per sbloccare la situazione”.