“Dall’inizio della storia, le migrazioni sono state sempre la regola. I gruppi umani rimasti fermi, alla fine, sono scomparsi. Se accettiamo questo principio, chi riesce meglio ad accogliere e a integrare è destinato a vincere la grande sfida della globalizzazione”. Così stamani il Sindaco Sandro Bartolomeo all’evento conclusivo di “Un mare d’amare e da rispettare”, progetto di scuola e volontariato promosso da Cesv Lazio e SPES, in collaborazione con il “GUS – Gruppo Umana Solidarietà” che ha coinvolto gli studenti di cinque scuole medie dei Comuni di Formia e Gaeta. Obiettivo: educarli all’impegno verso il prossimo, all’accoglienza e al rispetto dell’ambiente.
Molo Vespucci gremito di ragazzi, autorità civili, militari e religiose (presente l’Arcivescovo, Mons. Luigi Vari). Al tavolo dei relatori con i Sindaci di Formia e Gaeta, Sandro Bartolomeo e Cosmo Mitrano, c’erano l’on. Sesa Amici, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; Paola Capoleva, Presidente Cesv Lazio; Giuseppe Andreana, responsabile FIN Lazio, Francesca Danese, portavoce Forum Terzo Settore; Giovanni Lattanzi, coordinatore nazionale GUS; Maurizio Liberati, comandante dei Vigili del Fuoco Latina; Catia Pellegrino, Tenente di Vascello della Marina Militare ed Eljona Sadiku, esponente UNHCR.
Canti, balli, concerti di flauti, violino, batteria. I ragazzi delle scuole hanno rappresentato il lavoro svolto in classe nell’ambito del progetto che li ha posti a contatto con le principali realtà del territorio impegnate nei settori dell’accoglienza, del soccorso e del volontariato. Il mare è uno dei principali argomenti affrontati, inteso come risorsa o pericolo, come incubatore di novità sociali. Sul fenomeno immigrazione e la prova di maturità che attende Europa ed Italia si è concentrato l’intervento del Sindaco di Formia Sandro Bartolomeo.
“Il mare è una componente essenziale della nostra vita – ha dichiarato il primo cittadino -. Per migliaia di anni abbiamo ricavato da questo elemento benessere, ricchezza, ma anche sviluppo e conoscenza. Non dobbiamo dimenticarlo. Attraverso il mare abbiamo conosciuto altri popoli, persone che sono poi divenute parte integrante della nostra comunità. In questo momento la sfida è ardua perché si tende a rappresentare le migrazioni come un fenomeno invasivo, disturbante. Dobbiamo invece dire con forza che l’accoglienza è la caratteristica migliore di una comunità. A Formia abbiamo deciso di destinare una villa confiscata alla camorra all’accoglienza di madri rifugiate con figli minori. Questa è la sfida che Formia intende lanciare e da cui trarremo tutti grandi vantaggi”.