Latina Oggi 3 Luglio 2017 L’acqua regalata diventa un business
L’altra faccia della siccità – II viaggio aureo della nave cisterna che deve salvare il sud della provincia dalla crisi. Paga la Regione
La nave che sta salvando Gaeta dalla crisi idrica porta acqua potabile e verità scomode e aiuta a capire quale tipo di battaglia ed interessi finanziari ci sono dietro la fornitura privata di acqua pubblica a causa della crisi e del possibile stato di calamità.
La fornitura
Questa cisterna galleggiante trasporta tremila metri cubi di acqua pagati da Acqualatina spa 11 euro al metro cubo alla Idra Porto di Napoli srl controllata dall’«Autorità portuale del mar Tirreno centrale» che acquista acqua per forniture nei porti di Napoli, Castellamare di Stabia e Salerno nonché per eventuali altri clienti. Tra questi c’è appunto Acqualatina spa che ha chiesto la fornitura di due cisterne al giorno da 3mila metri cubi ciascuna fino alla fine dell’emergenza nel sud pontino, intervento che dovrebbe costare circa 3,9 milioni di euro fino a tutto settembre, salvo miglioramento delle falde.
Le parti
E’ interessante vedere chi vende l’acqua a Idra Porto: Abc Napoli, la prima e unica società pubblica di gestione del servizio idrico che evidentemente non disdegna i privati. Ma Abc Napoli non distribuisce tutta acqua di sorgenti proprie (che si trovano in Irpinia), per un terzo circa (29%) la compra a sua volta da Acqua Campania la gigantesca società per azioni concessionaria di tutti gli acquedotti della Regione Campania che ha una gran bella fortuna. Campania spa l’acqua non la paga ma la prende gratuitamente dalla sorgente Gari che si trova sotto l’Abazia di Monte-cassino.
Captazione gratuita
Lì Campania spa preleva tre metri cubi al secondo ed è titolare del contratto dal 1993, quando a stipulare l’accordo c’era Eni Acqua Campania, dunque una società pubblica, e dall’altra parte la Regione Lazio, un ente pubblico. La sorgente Gari è di proprietà dello Stato italiano ma la gestisce la Regione Lazio, si trova nel territorio del Comune di Cassino, a 42 chilometri di distanza dal porto di Gaeta. Dal giorno in cui fu siglato quell’accordo di captazione a titolo gratuito molte cose finanziarie e societarie sono cambiate. Eni Acqua Campania è diventata la spa Campania partecipata per il 47% da Caltagirone Holding spa e per un altro 47% da Veolia Italia spa, le quali sono appunto i fornitori (in percentuale) della spa pubblica Abc Napoli che a sua volta è il venditore di Idra Porto che è il venditore di Acqualatina, partecipata al 49% da Veolia.
Atti legittimi
In questa serie di micropassaggi si concretizza il rapporto legittimo che mette tutti al riparo da qualsivoglia responsabilità. Infatti Acqualatina (e Veolia) non hanno alcun contatto contrattuale diretto con AcquaCampania spa (e Veolia). Ma indirettamente l’acqua potabile che si sta acquistando per Gaeta arriva in parte da Veolia medesima. Un capitolo a parte in questa vicenda lo merita la Regione Lazio, che per venticinque anni e a ragion veduta ha regalato all’acquedotto di Campania spa quantitativi di acqua che altrimenti sarebbero andati perduti e siccome si tratta di un bene pubblico non sarebbe stato corretto che proprio la Regione vi facesse un business. Ma oggi il quadro è sostanzialmente cambiato e infatti Acqualatina spa, per bocca del suo amministratore delegato, sta chiedendo fondi straordinari alla Regione Lazio proprio per pagare gli interventi dovuti alla siccità, compresa la fornitura delle navi cisterna.
Aiuti straordinari
A questo punto la Regione, una volta che deciderà di erogare i contributi straordinari, di fatto andrà a pagare 11 euro al metro cubo l’acqua che essa stessa regala ai fornitori. Va detto che la medesima fornitura va avanti da quindici anni per le due isole pontine, in attesa dei dissalatori. In quel caso il trasporto è stato pagato dalla Regione circa sei milioni di euro l’anno. I dettagli contrattuali che afferiscono le navi cisterna per approvvigionare adesso la città di Gaeta non sono stati presentati in conferenza dei sindaci, i quali non li hanno chiesti. Non sono stati neppure oggetto del fondamentale incontro fra Ato 4, Acqualatina e Consorzi.
di GRAZIELLA DI MAMBRO per latinaoggi