Centinaia di frammenti. Retini di vario colore, in ogni probabilità residui delle attività di lavorazione dei vicini impianti di mitilicoltura. Erano in acqua, accanto alle barche, lungo lo scivolo di alaggio del porticciolo Caposele. Non accade di rado ma mai il fenomeno ha assunto tali proporzioni e l’Amministrazione ha deciso di andare fino in fondo, dando mandato all’Avvocatura comunale di presentare un esposto contro ignoti affinché l’Autorità Giudiziaria verifichi la provenienza dei rifiuti e le eventuali responsabilità degli operatori coinvolti.
Questa mattina il Sindaco Sandro Bartolomeo e l’Assessore alla Sostenibilità Urbana Claudio Marciano hanno incontrato i vertici dell’Ufficio Locale Marittimo della Guardia Costiera di Formia che sull’episodio ha già avviato un’attività di verifica. Il sopralluogo dei guardacoste ha consentito di appurare la presenza in acqua di centinaia di spezzoni di retini in plastica di vari colori, di quelli in uso alle imbarcazioni da pesca che si occupano dell’allevamento dei mitili. I rifiuti sono stati recuperati e smaltiti dalla “Formia Rifiuti Zero”. Non potendo nell’immediatezza risalire ai trasgressori della violazione, essendo i retini privi di elementi identificativi, la Guardia Costiera ha convocato presso l’Ufficio Locale Marittimo tutti gli armatori e comandanti delle unità da pesca impegnate nell’allevamento dei mitili.
“L’abbandono di rifiuti in mare è un reato penale – ricorda il Sindaco Sandro Bartolomeo – che la Procura dovrà accertare. E’ ora che la situazione degli impianti di mitilicoltura venga definitivamente affrontata. Non è più possibile che nelle procedure di lavorazione dei mitili i residui vengano sistematicamente abbandonati in mare per finire poi sul litorale di Vindicio. Ricordo a tutti che c’è un protocollo da rispettare per la delocalizzazione degli impianti fuori punta Stendardo. Avvieremo azioni volte all’individuazione dei responsabili – conclude – e coinvolgeremo la Regione. Non è più tollerabile che si tratti il nostro mare come fosse una pattumiera”.