Il disagio creato dalla carenza idrica, che da fine maggio interessa tutto il Sud Pontino, sta diventando un problema molto serio, che non riguarda più solo la diminuzione della portata delle sorgenti, ma lede i principi fondamentali della persona. Per questo gli organi competenti dovrebbero adoperarsi per affrontare, con ogni mezzo a disposizione, il profondo disagio che l’interruzione della fornitura di acqua, bene pubblico e primario, ha determinato. Il perdurare di tale grave situazione sta facendo aumentare la spiacevole sensazione di essere lontani dal trovare una soluzione, quasi che non ci sia nessuno che si stia impegnando sul serio per tale emergenza, compromettendo in modo significativo la vivibilità delle città del Golfo. La parte pubblica, che detiene il 51% di Acqualatina, dovrebbe avere una voce unica a riguardo, ma osservando la complessa gestione della lesione di questo diritto primario al bene pubblico dell’acqua, si ha l’impressione di leggere un testo con centinaia di note. Sento forte il grido del diritto violato.
*
La Chiesa di Gaeta esprime vicinanza e solidarietà ai cittadini del Sud Pontino che dal maggio 2017 stanno vivendo una crisi idrica che non accenna a diminuire. Non entriamo nel merito di tante questioni inerenti il Gestore del servizio idrico, tuttavia nei cittadini è forte la percezione di un’assenza delle istituzioni pubbliche che ha portato a manifestazioni diffuse di protesta. Chiediamo con forza al Gestore di intervenire prontamente per la risoluzione dei disagi che stiamo vivendo da mesi, con la mancanza quotidiana dell’acqua, continue e ingenti dispersioni idriche, aumenti indiscriminati delle tariffe.
Don Maurizio Di Rienzo, direttore UCS Gaeta
Arcidiocesi di Gaeta
Ufficio per le Comunicazioni sociali