L’Arcidiocesi di Gaeta e Libera Sud Pontino, presidio don Cesare Boschin sostengono la proposta di regolarizzazione degli immigrati che lavorano nel nostro paese aiutando le nostre famiglie, raccogliendo i prodotti della terra e, più in generale, contribuendo al benessere di noi tutti. |
La proposta non riguarda solo il tema del lavoro, ma va sostenuta innanzitutto in nome del principio di umanità sancito dalla Costituzione italiana che, all’articolo 2, afferma: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”. La regolarizzazione è necessaria anche per questioni di sicurezza sanitaria. |
Il nostro sostegno si basa sul rispetto della dignità di ogni persona, in un rapporto solidaristico, e come cristiani, ce lo impone la nostra fede nel Vangelo: “Beati i poveri, beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, beati i misericordiosi, beati i perseguitati a causa della giustizia” (cfr. Mt 5,3-12). |
Nell’esperienza della pandemia abbiamo compreso come non ci siano confini o steccati che possono ostacolare il percorso dei virus, siamo tutti nella stessa tempesta. “Sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca ci siamo tutti”, ha detto papa Francesco il 27 marzo scorso. |
Gli immigrati non regolari in Italia sono troppo spesso sfruttati, marginalizzati e spinti a diventare manovalanza per gruppi criminali per poter sopravvivere. A partire dai più fragili e vulnerabili vogliamo remare insieme, chiedendo la regolarizzazione per contribuire a costruire insieme una società basata sulla giustizia e sul rispetto della dignità di ogni singola persona. |
Le aperture di questi giorni circa l’ipotesi di regolarizzazione sono incoraggianti, ma sentiamo la necessità di far sentire la nostra voce affinché tale ipotesi si trasformi in realtà e quest’opportunità di giustizia non sia persa. |
Pertanto, chiediamo che la regolarizzazione temporanea di immigrati, proposta per assolvere alle esigenze lavorative più immediate, possa tradursi in un permesso di soggiorno che dia loro la possibilità di risiedere legittimamente e stabilmente nel Paese. Questa è non solo un’istanza di legalità, ma una forma di riconoscenza verso chi ci sta aiutando nel momento del bisogno. |
Gaeta, 9 maggio 2020 |