Apprendiamo con un certo sconcerto di alcune notizie, in merito al futuro della Asl di Latina e nello specifico di quanto accadrà dopo l’imminente termine del contratto del direttore generale Giorgio Casati, che rischiano di creare disorientamento e confusione.
In realtà i passaggi sono chiarissimi, per questo crediamo sia opportuno specificare quanto previsto dalla legge e non impostato sull’improvvisazione o il caso.
La Regione Lazio è uscita dal commissariamento a cui è stata condannata per oltre dieci anni. Questo significa che è tornata ad operare in regime ordinario. In termini generali quando il contratto di un direttore generale, non solo di quello della Asl di Latina ma di tutte le Asl e Aziende ospedaliere del Lazio arriva a naturale scadenza, il ruolo viene assunto ad interim dal direttore sanitario sino alla nomina del nuovo direttore generale che spetta al presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, in base ad un elenco, già pubblicato, di idonei.
Nel caso specifico della Asl di Latina il contratto del direttore generale Casati scade il 31 gennaio e, in automatico, dal primo febbraio il direttore sanitario ricoprirà il ruolo di facente funzione.
Entro metà febbraio, come ha sottolineato anche l’assessore D’Amato in commissione sanità rispondendo ad una domanda precisa in merito, il presidente Zingaretti procederà ad una serie di nomine, tra cui quella per la Asl di Latina per la quale l’elenco di idonei è di 47 persone, dopo aver acquisito i pareri di rito tra cui quello della commissione regionale sanità.
Le nomine riguarderanno oltre all’Azienda pontina anche quella del Policlinico Tor Vergata, del San Giovanni, del San Camillo e delle Asl Roma 2 e 3, Roma 4 e Roma 6.
Non entriamo nel merito di giudizi di valore sull’operato del direttore Casati a cui auguriamo un futuro luminoso ma crediamo sia importante dare le giuste informazioni su procedure che, ope legis, vengono attuate