Interruzione
21 Gen 2025, Mar

“L’area di Gaeta, Formia, Minturno, e in genere tutto il basso litorale laziale, risente della presenza delle organizzazioni criminali di matrice campana, e in particolare dei BARDELLINO e dei CASALESI.”

Questo non è un racconto di vent’anni fa, ma un passaggio della relazione antimafia della DIA sulla situazione attuale del nostro territorio. Quindi c’è poco da fare la vittima.

Ci sarebbe piuttosto da prendere le distanze in maniera netta, nelle azioni e nelle parole, da quelle dinamiche. Questo, però, non è mai stato fatto. Di conseguenza, parlare di persecuzione è davvero troppo.

Dopodiché siamo in uno stato di diritto: la legge protegge tutti, ma proprio tutti. Se il signor Angelo Bardellino si sente diffamato, ha tutti gli strumenti per difendersi, volendo può denunciare per diffamazione anche la DIA stessa.

Quello che certamente non si può fare è ridurre tutto a una barzelletta. Come, ad esempio, l’episodio della cena di Capodanno: un pregiudicato viene aggredito da diverse persone, alcune riconducibili ad un altro clan. Si rialza ricoperto di sangue, agitando un coltello, per fortuna, solo in aria.

Questo episodio avrebbe dovuto portare a riflessioni serie e condivise sul livello sociale e culturale del nostro territorio. Invece, anche in questo caso, si è trovato spazio per insulti e prese in giro, perfino da parte di chi ricopre cariche istituzionali.

Intanto, Formia resta ostaggio dei problemi di sempre, mentre chi governa si affanna a difendere legittimamente ogni pregiudicato della città. Su questo Angelo Bardellino ha ragione: la legge permette anche a chi fa il Presidente del Consiglio Comunale di difendere chiunque, ma probabilmente non potrà mai essere una soluzione al problema di un territorio che troppo spesso sembra subappaltato alla malavita.

LUCA MAGLIOZZI – PD FORMIA