Interruzione
19 Feb 2025, Mer

La svolta di Orticello. È stato il primo sindaco della destra moderna nella storia della città .

Visto da vicino: amministratore appassionato, una persona seria

“Comune”: riapro un faldone impolverato ed, insieme, un capitolo della mia vita. Amici comuni mi chiedono di scrivere di Onoratino Orticello, primo sindaco della destra moderna nella storia della città. Sono già passati trent’anni dalla sua prima elezione, ed Onoratino non c’è più, portato via, giorno dopo giorno, da una malattia implacabile. Sono un po’ imbarazzato, perché scrivo di Orticello ma anche di me, dei miei trent’anni, di volti e voci che cominciano a sbiadire nella memoria. Sono stato il suo addetto stampa e poi funzionario di staff intuitu personae, e mai, credo, l’espressione sia stata più calzante: “Mi consigliavanoaltri, ma ho scelto te, perché basta guardarti in faccia…”. È l’apprezzamento più bello che potesse farmi!

VISTO DA VICINO

Nello staff di Onoratino ho lavorato per sei anni, parlavamo per lo più in dialetto, e ci capivamo bene. Quando aveva qualche dubbio mi chiedeva cosa ne pensassi, poi decideva lui naturalmente. Una persona seria, integerrima, a volte intransigente, dallo sguardo e dalle mani puliti. La città prima di tutto: prima di se stesso, delle parentele, degli amici, persino degli equilibri politici. La sua è stata una fiammata intensa ma breve, forse proprio per la sua rettitudine, per l’impossibilità di “mettersi d’accordo” con lui. Sposava una causa solo se la sua coscienza umana e politica gli dava, come si dice, il nulla osta. Così l’ho conosciuto.

L’UOMO

Onoratino odiava l’apparire, la finzione. Un pomeriggio, al termine del suo primo mandato, abbiamo passato ore a registrare uno spot elettorale di pochi minuti: era più forte di lui. Continuava a sbagliare e a scusarsi: “Queste non sono cose per me…”. Alla fine abbiamo scelto il meno peggio. Pessimo attore, persona autentica.

LA POLITICA

Orticello veniva dall’MSI che da poco era diventato Alleanza Nazionale, dalla scuola politica del professor Conte (che professore era davvero) e dell’avvocato Ferraro, che hanno vissuto, entrambi, la politica come testimonianza, come onore alla bandiera. Ma era tutt’altro che un teorico: la politica e l’esperienza amministrativa l’ha vissuta in concreto. Per qualche anno, nel suo primo mandato, ha impersonato in provincia la nuova destra, la svolta politica in atto: quarantenne (giovanissimo quindi per la politica di allora), di grande competenza tecnica, mai un’ombra nella vita personale, politica e professionale. In un incontro pubblico il senatore Ajmone Finestra, in quegli anni anziano Sindaco di Latina, gli disse: “Il futuro di questa nostra terra è affidato ai giovani come te…”. Ma poi è andata diversamente.

IN COMUNE

Nella sua esperienza amministrativa Orticello ha guidato una coalizione di centrodestra in cui, insieme al nuovo, i duri e puri provenienti dall’MSI, c’erano molti “convertiti” dell’ultim’ora, cresciuti a pane e compromessi politici. Va da sé che con questi ultimi Onoratino proprio non riuscisse a condividere la rotta. E chi c’era ricorda come è andata a finire. Ma la sua esperienza amministrativa ha portato comunque risultati concreti per lacittà. Un primo, importante, pacchetto di opere pubbliche dopo anni di immobilismo: le fogne a San Magno, Madonna degli Angeli, Vardino e Cucuruzzo, il recupero della Giudea, i lavori di urbanizzazione al Portone della corte per 8 miliardi di allora, gli accessi a mare, il restyling degli ingressi della città, gli usi civici. E poi la battaglia per l’ospedale, ora desolatamente vuoto, il gemellaggio con Dachau, il ritorno dell’Handfest.

COSA RESTA

Il ricordo di una bella persona: onesta, autentica, affidabile. L’amicizia, perché tale era diventato l’iniziale rapporto Sindaco-collaboratore. Tanti amici comuni, ai quali mi unisce stima immutata. Un’esperienza politica ed amministrativa (per me) irripetibile.

Giovanni Stravato