Quarantunomila euro per finanziare l’organizzazione del “Formia Festival #900″. Questa la cifra impegnata dall’amministrazione comunale per la prima edizione della manifestazione che si propone di essere un appuntamento fisso e duraturo nel tempo, finalizzato a prolungare la stagione turistica all’insegna della cultura. Certo, siamo alla prima edizione, e l’evento va collaudato, ma per ora, a vedere la partecipazione di pubblico di alcuni degli eventi di piazza organizzati, il bilancio è molto simile a un flop.
Il programma è ambizioso ed è evidente il tentativo di sorpassare la dimensione popolare, e mirata a fette di mercato culturale di massa, delle Notti di Cicerone, manifestazione figlia della passata aministrazione, che fino all’anno scorso andava in scena nello stesso periodo, e dopo tre edizioni, si è fermata con l’avvicendarsi dell’attuale amministrazione comunale.Una scelta politica insomma e così le Notti di Cicerone sono diventate il Formia Festival #900, e le “spettacolari” bighe in largo Paone per il grande pubblico sono state sostituite da dibattiti, incontri, seminari, spettacoli teatrali ed eventi culturali di nicchia, il cui prestigio è esaltato anche da storici, filosofi, politici ed intellettuali di spessore. Insomma un cambio di marcia, voluto per plasmare un nuovo e più ricco bagaglio culturale dei formiani e non solo. Questi ultimi però non sembrano apprezzare e allora i 41mila euro non trovano spiegazione.Diciotto giorni riempiti con una sessantina di eventi, che oramai volgono al termine. E a dire la verità il Festival non è mai decollato davvero. Certo alcuni degli appuntamenti, oltre a promuovere temi importanti legati in particolare alla ricorrenza del Centenario dall’inizio della Prima Guerra mondiale, hanno ottenuto un discreto successo di pubblico. Alcuni dei quali va detto erano meritoriamente rivolti alle scuole, i cui alunni, però, rappresentano una platea “obbligata” ad assistere. Così, dove il pubblico poteva scegliere, in almeno altrettanti eventi, invece, questi, sono stati completamente disertati come testimoniano chiaramente alcune fotografie scattate a platea quasi completamente vuota.Legittimo chiedersi a questo punto se lo sforzo economico, che ha visto impegnata una tale cifra di denaro esclusivamente comunale, valga la pena di essere ripetuto per diffondere un certo tipo di cultura, o meglio ridurre le risorse e concentrarle su meno eventi che sappiano unire ad una più larga partecipazione la stessa qualità. A questo punto vedremo il prossimo anno. Per ora rimane la spesa di 41mila euro di soldi pubblici, composta da circa 17mila euro per i premi in denaro ai vincitori della prima edizione del “Premio internazionale Vittorio Foa – Città di Formia”, mentre il resto è servito per “l’ospitalità alla giuria, stampa del materiale promozionale, attrezzature tecniche e compensi ad attori e musicisti”.
Eppoi resta la polemica della discutibile partecipazione dell’Ipab Santissima Annunziata, organismo al quale è stato assegnato il ruolo, diciamo così, di comitato organizzatore, oltre che la piena gestione di circa 25mila euro del budget da spendere per le voci appena elencate. Anche se va precisato che nel proprio statuto l’Ipab proclama richiama a fini prettamente sociali le proprie attività.
L’Ipab ottiene anche la gestione dell’auditorium Foa di via Olivastro Spaventola.Stranamente negli stessi giorni durante i quali l’amministrazione redigeva le “carte” per formalizzare gli aspetti tecnici dell’organizzazione del festival, con il pieno coinvolgimento dell’Ipab Santissima Annunziata, al quale veniva affidata tra le altre cose la gestione di 25mila euro del budget complessivo, con la deliberazione numero 338, la giunta Bartolomeo, rinsaldava ancor di più i rapporti di collaborazione proprio con l’Ipab, al quale veniva infatti affidata la gestione annuale del teatro-auditorium, intitolato proprio a Foa, sito in via Olivastro Spaventola. L’unico esclusivamente comunale.Così nelle motivazioni della delibera in sostanza si spiega come, essendo l’Ipab già proprietario del teatro Remigio Paone, si affida all’ente anche la gestione di quello comunale di via Olivastro Spaventola, allo scopo di costituire un vero e proprio “Sistema cittadino dei teatri”. Una sorta di gestione a rischio monopolio degli spazi culturali. Ovviamente l’affidamento chiede in cambio lo stanziamento di una cifra pari a 80mila euro che l’Ipab deve stanziare per la gestione dell’auditorium. Stona tuttavia la decisione di monetizzare l’affidamento esclusivo, anche perchè gli stessi rappresentanti oggi al governo della città solo qualche mese fà, agli sgoccioli della passata amministrazione Forte, crearono un vero e proprio Comitato per gli spazi culturali, il cui principale referente era l’attuale assessore Claudio Marciano, ruolo che a dire il vero non ha però mai rivendicato, che si proponeva di liberare gli spazi e metterli a servizio di tutte le associazioni, nessuno escluso. Anche perchè è la stessa delibera ad annunciare che la convenzione sarà ripetuta nei prossimi anni.Tutto ciò, va detto, senza che lo stesso Statuto dell’ente prevede iniziative di tale scopo, visto che come si legge: “L’Ente ha lo scopo di promuovere e salvaguardare la dignità della persona in stato di bisogno attuando interventi a tutela dell’infanzia, della famiglia, della maternità, dello studio, dell’invalidità e della terza età, e delle persone dimesse o dimissibili dagli istituti di prevenzione e pena, nell’ambito della rete integrata dei servizi sociali stabiliti dalla programmazione locale e regionale”.
http://www.h24notizie.com/news/2014/10/15/formia-41mila-euro-per-il-festival-disertato-intanto-allipab-anche-la-gestione-dellauditorium-foa/